14 febbraio 2000
Cara Elena,
 

 Confesso che il tuo dipinto allegato alla lettera mi da un po' da pensare. Chi è la bambina a letto con l’orsacchiotto ed il termometro in bocca? Sei stata ammalata? Vedo che la mamma ed il papà piangono. Ormai penso che tu sia guarita e che tutti sorridano a casa. Se nel disegno non volevi rappresentare te stessa ammalata, che cosa mi volevi di-re? Sono curioso. Forse rappresenta il tuo desiderio di restare bambina? Per essere sem-pre coccolata, come ti coccolano quando sei ammalata?
Invece io ho sempre voluto crescere. Ho sempre guardato avanti. Anche ora che so-no un vecchio signore, più che guardare indietro, penso al futuro. Anche se alla mia età che futuro vuoi che ci sia oltre ad invecchiare? Anche se ogni tanto capitano delle belle avventure come quelle di incontrare una squadra rumorosa di ragazzi e ragazze sull’autobus e di diventare poi il loro “zietto”, come dici tu.
Per quanto riguarda il coniglio, penso che chi ve l’ha venduto come nano, avesse let-to Alice nel paese delle meraviglie. L’hai letto o almeno hai visto il cartone animato? Lì c’è un “bianconiglio” che corre sempre e cresce o ritorna piccolo. Lo sai che chi ha scritto il li-bro era un matematico inglese, piuttosto bravo come matematico?
Scrivimi pure anche dopo, quando sarai alle medie. Io ti risponderò ben volentieri. Se uno è diventato zio, non può poi dare le dimissioni, ti pare?
Paura agli esami? Veramente da piccolo non ne avevo. E neanche da grande. Per-ché aver paura? 

Ciao